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Galleria Magenta dal 1979
MAGENTA IS Variazioni di un colore protagonista
Il color Magenta nasce per pura casualità in una notte del 1859, quando il chimico Francois Emmanuel Verguin di Lione, da lungo tempo impegnato nella creazione di nuovi coloranti artificiali per l'industria tessile, sfinito e demotivato, decise di andare a dormire, gettando dalla finestra i composti utilizzati per la ricerca. La mattina seguente, al suo risveglio, restò però a bocca aperta, perchè i residui dei composti rimasti nel contenitore di prova, mescolandosi fra loro, avevano dato vita a un colore vivacissimo, una sorta di rosso mai visto prima. Quando il nuovo rosso venne brevettato da alcune società di produzione tessile, ricevette nomi diversi: fuchsine, roseine e solferino. Ma nessuno di questi nomi creò “appeal”. Così, il suo creatore, con un’abile mossa di marketing, lo ribattezzò “Magenta”, associandolo alla decisiva “Battaglia di Magenta”, combattuta il 4 giugno 1859, durante la seconda guerra d'indipendenza per l'unità d'Italia. Questa scelta fu dettata dal fatto che l’evento bellico era diventato così popolare da essere sulla bocca di tutta Europa, al punto da scatenare una vera e propria “Magenta-mania”. Infatti, in virtù della vittoria riportata in battaglia, divennero di grande tendenza, non solo il color “Magenta”, ma anche la zuppa “Magenta” e intere collezioni di abiti ricavate dalla stoffa di color “Magenta”. L’eco della battaglia fu talmente vasto che le origini del nuovo colore vennero addirittura mitizzate. Si diffuse dunque la leggenda che il colore nacque proprio sul campo di battaglia, quando i pantaloni bluastri dei soldati Zuavi, intridendosi di sangue, diedero vita a un colore simile al ciclamino. In realtà il color Magenta vive di vita propria e non corrisponde al fucsia al ciclamino, che sono semplicemente sue derivazioni. il Magenta è infatti un colore peculiare che non fa parte dello spettro ottico. Ciò significa che non può essere ricreato attraverso la luce di una sola lunghezza d'onda e si ottiene soltanto unendo luce rossa e blu in parti esattamente uguali. Per questo si dice che il Magenta sia un colore primario sottrattivo (come lo sono il ciano e il giallo), ricavabile dalla stessa quantità di verde e blu, costituendo un colore al contempo caldo e freddo. Nel 2023 il Pantone Color Institute (USA), che è l'organo mondiale più autorevole in ambito di scienza del colore, ha dichiarato ufficialmente il Magenta “colore dell’anno 2023” denominandolo 18-1750 VIVA MAGENTA. Ma qual è stato il motivo di questa elezione? Nel 2022, il Pantone Color Institute, ha organizzato un meeting speciale a cui hanno partecipato diversi gruppi di lavoro internazionali “esperti” di cromia, con la finalità di individuare i princìpi influenti sulla scelta di tonalità nuove e innovative. Dopo alcuni giorni di dibattito, è stato selezionato all'unanimità il Magenta, perché ritenuto un colore vibrante, esuberante, audace, inclusivo e forte: una tonalità di rosso che incoraggia l'espressione di sé, per un futuro più positivo, all'insegna della resilienza e dell’ottimismo.
Germano Cattaneo nasce il 6 maggio 1946 a Magenta (MI), una cittadina alle porte di Milano, comune del Parco del Ticino, che deve la sua notorietà alla decisiva Battaglia di Magenta combattuta il 4 giugno 1859, nel corso della Seconda Guerra d’Indipendenza per l’Unità d’Italia. Di progenie magentina, cresce e riceve la sua prima formazione nella terra che gli ha dato i natali, assimilando i valori della cultura locale e rimanendone per sempre molto affezionato. Questo legame profondo influenza le sue future scelte personali e professionali. Dopo essersi formato in ambito grafico e pubblicitario a Milano, perfeziona quanto acquisito, maturando una lunga esperienza lavorativa presso importanti realtà imprenditoriali del capoluogo lombardo, specializzate in comunicazione visiva, marketing e pubblicità. La creatività e l’estetica del linguaggio visuale lo affascinano a tal punto da coltivare parallelamente e instancabilmente la sua passione per l’arte, intessendo rapporti sempre più stretti con le storiche gallerie della città capitale. Dall’intensa frequentazione di gallerie e artisti che dominano e caratterizzano il panorama artistico-culturale non solo milanese, ma anche nazionale, coltiva l’ambizioso progetto di fondare una propria galleria nell’amata città d’origine, con il chiaro intento di trasferire anche nel territorio metropolitano nomi ed eventi d’arte di eccellenza. Il 20 Ottobre 1979 fonda “Galleria Magenta”, a Magenta, in Via Roma 45, sul corso principale dell’omonima città. L’inaugurazione della prima mostra, una collettiva che raccoglie le opere dei più insigni maestri italiani del Novecento, si rivela subito un grandissimo successo, per la partecipazione di un pubblico molto ampio, proveniente anche dalla vicina Milano. Nell’arco di pochi anni infonde alla galleria un’identità specifica e, nel contempo, versatile: alla entusiasmante opera di diffusione della cultura dell’arte moderna e contemporanea affianca la meticolosa ricerca di progetti creativi da dedicare al mondo dell’Impresa, che si concretizza nell’edizione esclusiva di d’arte e design e in servizi di comunicazione integrata di chiara matrice artistica. Oltre alla sede direzionale, inaugura l’apertura di nuove gallerie satelliti: Galleria Magenta di Barzio (LC) in Valsassina, Galleria Magenta di Morimondo (MI), porzione della suggestiva Abazia Cistercense del 1000, Nuova Dimensione e Spazio7 di Magenta (MI). Nel 1998 è l’autore del Primo Simposio Internazionale di Scultura per la sua città, intraprendendo un impegnativo progetto di “arte partecipata” che vede l’allestimento di un cantiere per la lavorazione del marmo di Carrara aperto al pubblico, il coordinamento di una squadra di scultori di diversa nazionalità, la creazione di cinque imponenti sculture “a tema” per la riqualificazione del territorio urbano. Ai lavori scultorei accompagna l’organizzazione di significativi eventi collaterali di supporto, con l’intervento di illustri critici dell’arte e il coinvolgimento delle scuole nella rappresentazione teatrale “Mi bevo la Scultura” presso il “Teatro Lirico” cittadino. Devolve l’intero ricavato dello spettacolo ad AICIT Magenta (Associazione Intervento Contro i Tumori), con l’edizione limitata e “dedicata” di magliette artistiche. A compimento delle sculture, ne diviene sponsor principale, impegnandosi perché diventino medium di abbellimento territoriale. Negli anni 2000-2001 collabora con AVIS Magenta alla riedizione in versione artistica del Premio “Carlo Maronati”, grazie al progetto “Arte per Amare”, vòlto al riconoscimento dell’impegno assiduo dei donatori meritevoli mediante la donazione di un’opera d’arte ispirata al valore del volontariato per amore del prossimo. Nel 2003, in occasione del centenario di fondazione della Basilica di S. Martino di Magenta, commissiona all’artista Sergio Giannini la realizzazione di un grande dipinto intitolato “Annunciazione” (f.to 160x210 cm – olio su tela) da destinare alla Cappella della Madonna nella navata laterale (a sx) all’altare principale, poiché ancor priva di un’opera raffigurante il divino annuncio. Nel 2004, a marzo, durante le celebrazioni della festività liturgica della Sacra Famiglia, dona pubblicamente al duomo cittadino la suddetta tela, che entra così a far parte del patrimonio artistico- religioso del luogo. A giugno, per desiderio dei volontari e degli ospiti della Casa di Riposo “Augusta Plodari” di Magenta, commissiona nuovamente all’artista Sergio Giannini la realizzazione dell’opera “Sacro Cuore” (f.to 50x70 olio su tela), raffigurante la divinità del Cristo, facendone dono alla Cappella della struttura. Nello stesso mese e grazie alla partecipazione dello stesso artista, realizza e dona al Comune di Morimondo l’opera “Nostra Signora d’Europa” (f.to133x195 – olio su tela) di ispirazione rinascimentale, che diviene parte della collezione permanente del “Museo Civico” comunale. Ancora nel 2004, a dicembre, in occasione del S. Natale, è ideatore e sponsor del progetto “Un capolavoro per Magenta”, facendo installare sul sagrato della basilica di S. Martino di Magenta la scultura in bronzo “Gioa di Libertà”, alta 10 metri, dell’artista internazionale Harry Rosenthal. Nel 2007 dalla Camera di Commercio di Milano è insignito del premio “Milano Produttiva” con medaglia d’oro. Nel 2011 patrocina l’istituzione del marchio “ActionArt”, ideato da Nicoletta Cattaneo e Marco Lazzaroni, per identificare tutti i progetti e i servizi artistico-creativi di carattere “esperienziale” e “partecipativo” che Galleria Magenta destina agli ambiti culturale, pedagogico, didattico, aziendale e sociale. Nel 2012 è promotore e main sponsor della Prima Nazionale “Incontro con Arno Stern”, maestosa mostra fotografica antologica inedita, tenuta per la prima volta in Italia da Arno Stern, semiologo di fama internazionale, presso il complesso Ex Convento dell’Annunciata di Abbiategrasso (MI). Nello stesso anno, in collaborazione con Nicoletta Cattaneo e Marco Lazzaroni, inaugura a Magenta “ActionArt Factory”, atelier delle Arti rivolto a tutte le età (3-100 anni) come luogo di esperienza artistica intergenerazionale, di interazione scolastica e di promozione culturale. Nel 2014, su idea e progetto di ActionArt Factory, per il “Giugno Magentino” con patrocinio del Comune di Magenta, sovvenziona presso Casa Giacobbe l’evento creativo “Nel Passato Nuova Educazione per il Futuro”, collaborando con la Fondazione Antroposofica Milanese, la Scuola Rudolf Steiner di Milano e il Forum Internazionale Uomo e Architettura Sezione Italiana. Nel 2015, in occasione del 156° anniversario della storica Battaglia di Magenta, commissiona all’artista americano Domenick Di Pietrantonio l’istallazione interattiva “Fugando”, per farne dono al “Museo della Battaglia di Magenta” a Magenta. L’opera, collocata nel Foyer del Museo, testimonia la perpetuità dei valori risorgimentali nella contemporaneità. Nel 2019, in occasione del 40° anno di attività, celebrato da Galleria Magenta con il grande evento pubblico “Sotto la luna il mondo” che vede la straordinaria partecipazione performativa dell’artista internazionale Paolo Carta, è insignito del riconoscimento di Confcommercio Milano “per il valore e il prestigio”. Nel 2021, per motivi di salute, è costretto a ritirarsi a vita privata, affidando la gestione delle gallerie alla direzione di famiglia. Si spegne il 10 febbraio 2023, con sentita partecipazione cittadina.
© Galleria Magenta 2024 - All rights reserved
COLORE
CITTA’
GALLERIA MAGENTA
GERMANO CATTANEO: IL FONDATORE
MOSTRA
La nuova stagione espositiva 2024 di Galleria Magenta prende forma con l’inaugurazione di una mostra dedicata al colore rosso Magenta , che proprio nello scorso anno ha visto la sua elezione a “colore dell’anno” con l’appellativo “Viva Magenta” da parte dell’americano Pantone Color Institute . L’idea nasce per dare inizio a un ciclo di eventi d’arte e cultura che negli anni a venire, nella ricorrenza della nascita del fondatore della galleria , saranno proposti in suo ricordo , secondo una formula sempre nuova e diversa. Questo primo appuntamento è riservato all’unicità e alla versatilità di un colore non-colore , componente fondante del repertorio cromatico, che si chiama “Magenta” , proprio come la città che ha visto i natali di Germano Cattaneo e che da 45 anni è luogo d’origine della sede di Galleria Magenta . MAGENTA IS è la mostra che vuole così celebrare e riunire in la storia di un colore (talvolta mitizzata dal contesto della “Battaglia di Magenta” del 1859), la cui denominazione deriva dalla sua città omonima, l’ essenzialità dell’elemento cromatico come principio base per la creazione degli altri colori e, infine, la sua natura intrinseca di sapersi declinare in gradazioni e sfumature infinite , cha vanno dal rosa al rosso, fino al viola. A raccontarlo sono 60 opere scelte di artisti che fanno parte della lunga storia della galleria, a partire dai grandi maestri del ‘900 italiano (Aligi Sassu, Franco Rognoni, Giancarlo Cazzaniga, Giovan Francesco Gonzaga, Roberto Crippa, Luciano Minguzzi, Giuseppe Migneco…) fino agli artisti emergenti del contemporaneo . Le opere in parete infatti, in una miscellanea di tecniche artistiche , non avranno in comune un tema, poiché ognuna di esse sarà identificativa del proprio artefice, ma saranno fra loro collegate dalla presenza del protagonista “Magenta” , in tutte le sue multiformi variazioni . Del resto quale linguaggio, se non quello principe dell’arte, potrebbe meglio narrare la flessuosità di questo colore, a cui la tavolozza di un artista non può certo rinunciare? Il titolo della mostra vuole proprio richiamare all’ internazionalità e all’ eclettismo di questa tonalità cromatica, che ha raggiunto l’apice della sua fama in un arco di tempo molto breve, se si pensa che la sua scoperta è avvenuta in modo del tutto casuale solo nel XIX sec. ad opera del chimico francese François-Emmanuel Verguin , nella ricerca spasmodica di una nuance di tendenza per il settore tessile. Fu poi proprio il suo stesso scopritore a battezzarlo “Magenta”, con un’abile strategia di marketing, associandone il nome al fatto di cronaca più in voga del tempo, quello appunto della battaglia. E così il Magenta entra a pieno titolo nella scala cromatica dei colori, appropriandosi del posto d’onore, quello riservato ai colori primari , senza i quali non sarebbe possibile pensare né all’arte né alle tecniche grafiche di stampa. Eccolo allora in mostra, espresso in tutte le sue sfumature, per dare voce e compimento al mondo interiore di artisti di ieri e di oggi, in un “ensemble” poliedrico , in cui il visitatore può conoscerlo e apprezzarlo totalmente nella sua pienezza e nella sua duttilità. L’esposizione è accompagnata da un QR-ART Code su tela pittorica, edizione esclusiva di Galleria Magenta, dedicato completamente all’iniziativa, contenente storie e curiosità del Magenta, della città da cui mutua il suo nome, della mostra, della galleria e del suo iniziatore.
Le tracce di un primo originario insediamento in territorio magentino risalgono all’ Età dei Metalli , intorno al 2500 a.C. Nel V sec. a.C. , nella fase della Roma repubblicana, alcune tribù di Galli Insubri si insediano stabilmente nella porzione di territorio magentino più vicino al fiume Ticino (corrispondente all’odierna frazione di Pontevecchio ), costituendo un punto strategico di collegamento con la Gallia. Nel III sec. a.C. , i Romani estendono il loro dominio anche nell’Italia settentrionale, sulla Gallia Cisalpina , il villaggio diviene possesso romano. La fondazione di “Castra Maxentia” , come agglomerato urbano con una propria identità, avviene forse nel 297 d.C. , con l’imperatore Massimiano Erculeo , che stabilisce la capitale dell’Impero Romano d’Occidente a Milano, intraprendendo un progetto di riqualificazione del territorio a ovest della città attraverso la costruzione della “Milano romana” . Nel IV sec. d.C. la diffusione capillare del Cristianesimo nei territori dell’Impero romano induce i Concili di Sardica e di Laodicea a dare un’organizzazione all’assetto ecclesiastico con l’istituzione di vescovati che riuniscono le comunità cristiane nel sistema delle pievi rurali. Maxentia entra quindi a far parte della Pieve di Corbetta . Nel corso del Medioevo, Maxentia muta il suo nome latino nel volgare “Mazenta” , ma avverte i contraccolpi della politica intransigente dell’imperatore Federico I Barbarossa , che non manca di saccheggiarla. In seguito subisce il duro dominio dei Della Torre , signori di Milano. Nel 1310 Mazenta riceve il titolo di “Borgo” per l’ospitalità riservata all’imperatore Arrigo VII di Lussemburgo , nel corso della sua discesa a Milano: questo riconoscimento favorisce un’occasione di impulso per il suo sviluppo territoriale.
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Divenuta parte del Ducato dei Visconti di Milano, per volere di Gian Galeazzo Visconti , Mazenta cede numerosi appezzamenti ai monaci della Certosa di Pavia , che si preoccupano di migliorarne subito la resa agricola. Dalla casata viscontea, il Borgo di Mazenta passa prima agli Sforza e poi all’imperatore Carlo V d'Asburgo , diventando infine feudo del conte Luigi Melzi nel 1610 . Nel 1629 , quando la peste arriva a Milano, Mazenta viene colpita dall’epidemia, tanto che erige un proprio lazzaretto in un’area di campagna confinante con Corbetta. Nel XVIII sec. Mazenta muta definitivamente il suo nome in “Magenta” e rimane, con Milano, sotto il dominio asburgico . Nel 1743 Magenta si riscatta dalla dipendenza della pieve di Corbetta, diventando Vicariato Foraneo e ottenendo con bolla pontificia di papa Benedetto XIV il titolo di “Collegiata” per la Chiesa parrocchiale di S. Martino. Con l’ascesa di Napoleone e con la proclamazione, nel 1805 , del Regno d’Italia , Magenta è coinvolta in un processo di rinnovamento generale: secondo il nuovo assetto politico-amministrativo, che prevede l’affidamento della gestione dei governi locali alla figura del podestà , la “municipalità di Magenta viene inclusa nel terzo cantone di Abbiategrasso del distretto di Pavia, dipartimento dell’Olona”. In questa fase, la fonte di sussistenza primaria resta per la popolazione magentina, in rapido incremento demografico, l’agricoltura (coltivazioni di cereali e viti) accompagnata dalla bachicoltura e dall’allevamento bovino, rinnovabile nelle fiere del bestiame di S. Biagio e di S. Rocco . La politica napoleonica, caratterizzata anche dalla messa in opera di grandi opere pubbliche, offre un’occasione ulteriore di crescita a Magenta, grazie alla costruzione del Ponte sul Ticino , fondamentale per il collegamento Milano-Novara. Nel 1814 , con la restaurazione austriaca , Magenta vive un periodo difficile, causato dall’occupazione militare, dai cattivi raccolti, dalla carestia e dalla diffusione di nuove epidemie (tifo e vaiolo). Nel 1816 , per scongiurare la fine di queste sciagure, Magenta accoglie con slancio la reliquia di S. Crescenzia martire , proveniente da Roma. Per volere di re Francesco I d’Asburgo , ma con grande malcontento dei cittadini, Magenta torna a far parte della provincia di Pavia del Regno Lombardo-Veneto con l’inevitabile interruzione dei rapporti economici con Milano. Nel 1836 Magenta riacquista forza dal punto di vista dei traffici commerciali, divenendo sede di dogana nella frazione di Pontenuovo , in prossimità del ponte napoleonico sul Ticino. In questo periodo sorgono i primi opifici , improntati alla lavorazione della seta e del formaggio. Nel 1845 l’amministrazione di Magenta è affidata al Consiglio Comunale , costituito da 30 membri eletti fra i maggiori estimati del Comune. Dal 1848 Magenta risente del clima rivoluzionario scaturito dai moti di ispirazione liberale per la risoluzione della questione italiana: nel corso della I Guerra d’Indipendenza , Magenta viene occupata dalle truppe di re Carlo Alberto di Savoia , diretto a Milano. Nel 1859 l’occasione per la tanto auspicata costituzione dell’unità d’Italia sotto la monarchia Savoia si presenta quando l’Austria entra in guerra contro le truppe franco-piemontesi guidate da re Napoleone III di Francia e da Vittorio Emanuele I Savoia : è lo scoppio della II Guerra d’Indipendenza , culminante nella “Battaglia di Magenta” , combattuta il 4 giugno e culminante nella presa di Casa Giacobbe . La battaglia vede la sconfitta e la cacciata dalla Lombardia degli Austriaci, comandati dal generale Gyulai , e la clamorosa vittoria degli avversari capeggiati dal generale Mac- Mahon che, per tale merito, è insignito del titolo di Duca di Magenta . Completata l’unificazione nazionale, Magenta si sforza di partecipare al clima di cambiamento del Paese, cercando di diventare una cittadina autonoma ed efficiente: è percorsa dalla linea ferroviaria Milano-Rho-Magenta , internamente offre un servizio di spostamento grazie al trenino a vapore “Gamba de legn”, possiede un ospedale locale ( “Ospedale Giuseppe Fornaroli” ) e due centri per l’infanzia ( “asilo Fornaroli” e “Asilo Giacobbe” ), incrementa il proprio sviluppo agricolo (“ Canale Villoresi ” e industriale ( Industria“Saffa” ). Nel 1885 il Prevosto di Magenta, Don Cesare Tragella , si adopera per la costruzione di una nuova chiesa che possa accogliere l’oramai numerosa popolazione magentina Nel 1893 è posta la prima pietra per l’edificazione in della nuova Basilica di San Martino , ultimata nel 1903 . Nel 1904 è inaugurato il Teatro Sociale Lirico Drammatico, che ospiterà famosi personaggi della musica e dello spettacolo. Nel 1925 re Vittorio Emanuele III inaugura il Monumento della Vittoria , dedicato ai caduti di tutte le guerre. Nel 1935 Magenta è visitata dal primo ministro Benito Mussolini , in occasione dell’inaugurazione dell’ampio complesso industriale della SNIA . Nel 1947 Magenta è elevata a rango di “città”, con decreto del capo dello stato Enrico De Nicola . Nel 1959 , in occasione del Centenario della Battaglia di Magenta, la città è visitata da illustri personalità, fra cui il cardinale Giovanni Battista Montini (poi papa Paolo VI ), Il presidente della repubblica francese Charles De Gaulle , il presidente della repubblica italiana Giovanni Gronchi e di eminenti uomini politici ( Merzagora, Leone, Pella, Segni, Andreotti e Togni ).
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Galleria Magenta dal 1979
MAGENTA IS Variazioni di un colore protagonista
COLORE
Il color Magenta nasce per pura casualità in una notte del 1859, quando il chimico Francois Emmanuel Verguin di Lione, da lungo tempo impegnato nella creazione di nuovi coloranti artificiali per l'industria tessile, sfinito e demotivato, decise di andare a dormire, gettando dalla finestra i composti utilizzati per la ricerca. La mattina seguente, al suo risveglio, restò però a bocca aperta, perchè i residui dei composti rimasti nel contenitore di prova, mescolandosi fra loro, avevano dato vita a un colore vivacissimo, una sorta di rosso mai visto prima. Quando il nuovo rosso venne brevettato da alcune società di produzione tessile, ricevette nomi diversi: fuchsine, roseine e solferino. Ma nessuno di questi nomi creò “appeal”. Così, il suo creatore, con un’abile mossa di marketing, lo ribattezzò “Magenta”, associandolo alla decisiva “Battaglia di Magenta”, combattuta il 4 giugno 1859, durante la seconda guerra d'indipendenza per l'unità d'Italia. Questa scelta fu dettata dal fatto che l’evento bellico era diventato così popolare da essere sulla bocca di tutta Europa, al punto da scatenare una vera e propria “Magenta-mania”. Infatti, in virtù della vittoria riportata in battaglia, divennero di grande tendenza, non solo il color “Magenta”, ma anche la zuppa “Magenta” e intere collezioni di abiti ricavate dalla stoffa di color “Magenta”. L’eco della battaglia fu talmente vasto che le origini del nuovo colore vennero addirittura mitizzate. Si diffuse dunque la leggenda che il colore nacque proprio sul campo di battaglia, quando i pantaloni bluastri dei soldati Zuavi, intridendosi di sangue, diedero vita a un colore simile al ciclamino. In realtà il color Magenta vive di vita propria e non corrisponde al fucsia al ciclamino, che sono semplicemente sue derivazioni. il Magenta è infatti un colore peculiare che non fa parte dello spettro ottico. Ciò significa che non può essere ricreato attraverso la luce di una sola lunghezza d'onda e si ottiene soltanto unendo luce rossa e blu in parti esattamente uguali. Per questo si dice che il Magenta sia un colore primario sottrattivo (come lo sono il ciano e il giallo), ricavabile dalla stessa quantità di verde e blu, costituendo un colore al contempo caldo e freddo. Nel 2023 il Pantone Color Institute (USA), che è l'organo mondiale più autorevole in ambito di scienza del colore, ha dichiarato ufficialmente il Magenta “colore dell’anno 2023” denominandolo 18-1750 VIVA MAGENTA. Ma qual è stato il motivo di questa elezione? Nel 2022, il Pantone Color Institute, ha organizzato un meeting speciale a cui hanno partecipato diversi gruppi di lavoro internazionali “esperti” di cromia, con la finalità di individuare i princìpi influenti sulla scelta di tonalità nuove e innovative. Dopo alcuni giorni di dibattito, è stato selezionato all'unanimità il Magenta, perché ritenuto un colore vibrante, esuberante, audace, inclusivo e forte: una tonalità di rosso che incoraggia l'espressione di sé, per un futuro più positivo, all'insegna della resilienza e dell’ottimismo.
CITTA’
Le tracce di un primo originario insediamento in territorio magentino risalgono all’Età dei Metalli, intorno al 2500 a.C. Nel V sec. a.C., nella fase della Roma repubblicana, alcune tribù di Galli Insubri si insediano stabilmente nella porzione di territorio magentino più vicino al fiume Ticino (corrispondente all’odierna frazione di Pontevecchio), costituendo un punto strategico di collegamento con la Gallia. Nel III sec. a.C., quando i Romani estendono il loro dominio anche nell’Italia settentrionale, sulla Gallia Cisalpina, il villaggio diviene possesso romano. La fondazione di “Castra Maxentia”, come agglomerato urbano con una propria identità, avviene forse nel 297 d.C., con l’imperatore Massimiano Erculeo, che stabilisce la capitale dell’Impero Romano d’Occidente a Milano, intraprendendo un progetto di riqualificazione del territorio a ovest della città attraverso la costruzione della “Milano romana”.
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GALLERIA MAGENTA
GERMANO CATTANEO: IL FONDATORE
Germano Cattaneo nasce il 6 maggio 1946 a Magenta (MI), una cittadina alle porte di Milano, comune del Parco del Ticino, che deve la sua notorietà alla decisiva Battaglia di Magenta combattuta il 4 giugno 1859, nel corso della Seconda Guerra d’Indipendenza per l’Unità d’Italia. Di progenie magentina, cresce e riceve la sua prima formazione nella terra che gli ha dato i natali, assimilando i valori della cultura locale e rimanendone per sempre molto affezionato. Questo legame profondo influenza le sue future scelte personali e professionali. Dopo essersi formato in ambito grafico e pubblicitario a Milano, perfeziona quanto acquisito, maturando una lunga esperienza lavorativa presso importanti realtà imprenditoriali del capoluogo lombardo, specializzate in comunicazione visiva, marketing e pubblicità. La creatività e l’estetica del linguaggio visuale lo affascinano a tal punto da coltivare parallelamente e instancabilmente la sua passione per l’arte, intessendo rapporti sempre più stretti con le storiche gallerie della città capitale.
© Galleria Magenta 2024 - All rights reserved
MOSTRA
La nuova stagione espositiva 2024 di Galleria Magenta prende forma con l’inaugurazione di una mostra dedicata al colore rosso Magenta, che proprio nello scorso anno ha visto la sua elezione a “colore dell’anno” con l’appellativo “Viva Magenta” da parte dell’americano Pantone Color Institute. L’idea nasce per dare inizio a un ciclo di eventi d’arte e cultura che negli anni a venire, nella ricorrenza della nascita del fondatore della galleria, saranno proposti in suo ricordo, secondo una formula sempre nuova e diversa. Questo primo appuntamento è riservato all’unicità e alla versatilità di un colore non-colore, componente fondante del repertorio cromatico, che si chiama “Magenta”, proprio come la città che ha visto i natali di Germano Cattaneo e che da 45 anni è luogo d’origine della sede di Galleria Magenta. MAGENTA IS è la mostra che vuole così celebrare e riunire in sé la storia di un colore (talvolta mitizzata dal contesto della “Battaglia di Magenta” del 1859), la cui denominazione deriva dalla sua città omonima, l’essenzialità dell’elemento cromatico come principio base per la creazione degli altri colori e, infine, la sua natura intrinseca di sapersi declinare in gradazioni e sfumature infinite, cha vanno dal rosa al rosso, fino al viola. A raccontarlo sono 60 opere scelte di artisti che fanno parte della lunga storia della galleria, a partire dai grandi maestri del ‘900 italiano (Aligi Sassu, Franco Rognoni, Giancarlo Cazzaniga, Giovan Francesco Gonzaga, Roberto Crippa, Luciano Minguzzi, Giuseppe Migneco…) fino agli artisti emergenti del contemporaneo. Le opere in parete infatti, in una miscellanea di tecniche artistiche, non avranno in comune un tema, poiché ognuna di esse sarà identificativa del proprio artefice, ma saranno fra loro collegate dalla presenza del protagonista “Magenta”, in tutte le sue multiformi variazioni. Del resto quale linguaggio, se non quello principe dell’arte, potrebbe meglio narrare la flessuosità di questo colore, a cui la tavolozza di un artista non può certo rinunciare? Il titolo della mostra vuole proprio richiamare all’internazionalità e all’eclettismo di questa tonalità cromatica, che ha raggiunto l’apice della sua fama in un arco di tempo molto breve, se si pensa che la sua scoperta è avvenuta in modo del tutto casuale solo nel XIX sec. ad opera del chimico francese François-Emmanuel Verguin, nella ricerca spasmodica di una nuance di tendenza per il settore tessile. Fu poi proprio il suo stesso scopritore a battezzarlo “Magenta”, con un’abile strategia di marketing, associandone il nome al fatto di cronaca più in voga del tempo, quello appunto della battaglia. E così il Magenta entra a pieno titolo nella scala cromatica dei colori, appropriandosi del posto d’onore, quello riservato ai colori primari, senza i quali non sarebbe possibile pensare né all’arte né alle tecniche grafiche di stampa. Eccolo allora in mostra, espresso in tutte le sue sfumature, per dare voce e compimento al mondo interiore di artisti di ieri e di oggi, in un “ensemble” poliedrico, in cui il visitatore può conoscerlo e apprezzarlo totalmente nella sua pienezza e nella sua duttilità. L’esposizione è accompagnata da un QR-ART Code su tela pittorica, edizione esclusiva di Galleria Magenta, dedicato completamente all’iniziativa, contenente storie e curiosità del Magenta, della città da cui mutua il suo nome, della mostra, della galleria e del suo iniziatore.